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Vaticano II e la legge ermeneutica di Papa Giovanni XXIII

Lettera aperta ai Vescovi diocesani e ai Vescovi Ausiliari della Chiesa Cattolica Romana

      This letter has been sent by e-mail to about 3100 Bishops (Diocesan and Auxiliary ).

      January 13th, 2019 – Sunday after Epiphany, the baptism of the lord.

      Eccellenza,

      per il bene della Chiesa chiedo rispettosamente un po’ del vostro prezioso tempo per sottoporre alla Vostra attenzione quanto segue affinché possa essere presentato al Santo Padre.

      E’ un dato di fatto che la maggior parte di voi siano stati ordinati sacerdoti dopo il Concilio Vaticano Secondo. All’apertura del Concilio solo i più anziani tra voi avevano circa 19 anni e forse erano giovani seminaristi, mentre gli altri erano ancora nella loro infanzia o addirittura fanno parte dell’attuale crescente popolazione di coloro che ‘non erano ancora nati’. Perciò, il Concilio sta diventando sempre più un evento storico del quale si ha solo una conoscenza indiretta che ci mette di fronte a modi contraddittori di sottolineare principalmente le ermeneutiche della ‘continuità’ e della ‘discontinuità

      Ora, sembra che i frutti letali di oggi nella Chiesa – 'confusione, amarezza nelle relazioni umane e guerre fratricide' – siano conseguenze del fatto che, una maggioranza dei Padri Conciliari e i loro teologi, avessero agito guidati dal loro libero arbitrio piuttosto che da 'condiscendente collaborazione con l’ispirazione dello Spirito Santo”' dal primo giorno del Concilio [Note 1]. E sono stati creati falsi ritratti di Papa Giovanni XXIII e degli obiettivi del Concilio [Note 2]. Questo ha portato negli anni successivi ad un deliberato e spregiativo modo di riferirsi al cosiddetto Spirito del Concilio per interpretare i documenti del Concilio in un modo che contraddice la legge ermeneutica come decisa da Papa Giovanni XXIII nel suo Discorso di Apertura: un rinnovamento, non in un senso vago di continuità o discontinuità, ma esplicitamente in unione e in accordo con la Dottrina insegnata dai Padri [Note 3].

      Poi come reazione all’ 'allontanamento dal sacro patrimonio della verità ricevuta dai Padri' facendo riferimento allo Spirito del Concilio, sempre più fedeli hanno perso la loro Fede, mentre altri come pecorelle vaganti si sono ritrovati a concentrarsi sulla Tradizione come àncora di Fede. Ma alcuni di questi ultimi gruppi specialmente quelli che hanno considerato veri i falsi ritratti, hanno tratto le loro conseguenze definitive accusando Papa Giovanni XXIII per quello che fu fatto da coloro che crearono queste false immagini.

      Evidentemente, nelle parole di Papa Giovanni XXIII nel suo Discorso di Apertura, troviamo che una chiara e profetica spiegazione esista fin dagli anni del Vaticano II sul motivo di questi frutti letali:

        Gli Uomini o sono con Lui e la Sua Chiesa, perciò godono di luce, bontà, ordine, e pace. Altrimenti saranno senza di Lui, o contro di Lui, e si opporranno deliberatamente alla Sua Chiesa, e di conseguenza daranno origine a confusione, amarezza nelle relazioni umane, ed al pericolo costante di guerre fratricide
      .

      Cionondimeno, si deve riconoscere che permettendo queste azioni irregolari e i loro frutti letali, lo Spirito Santo ha rispettato il libero arbitrio dell’uomo, anche quello individuale di ciascun Padre conciliare e consigliere teologo. Per contro, allo stesso tempo e soprattutto in modo meraviglioso, Lui protesse anche il Concilio Pastorale dalla creazione di grosse eresie lasciando aperta la possibilità di interpretare i documenti del Concilio con libero arbitrio in conformità alla regola fissata dal legislatore del Concilio, Papa Giovanni XXIII: 'un rinnovamento in unione e in conformità con la Dottrina insegnata dai Padri non allontanandosi mai dal sacro patrimonio della verità ricevuta dai Padri'. Perciò, appurato che il Concilio fu indetto come 'Pastorale', la piena Dottrina della Chiesa deve essere mantenuta 'pura e integra' e indubbiamente 'senza affievolimenti o distorsioni' [Note 4].

      Vi prego, vi supplico umilmente di offrire le vostre sincere e ardenti preghiere per il Santo Padre. Poichè Papa Francesco è stato sommerso e, in qualche modo tradito per più di 55 anni dallo spirito liberale dissidente dei Gesuiti, lui certamente ha bisogno e merita il nostro sostegno spirituale. Così, come San Pietro inizialmente negò tre volte di conoscere Gesù, similmente, lui potrebbe avere un cambiamento nel suo cuore, in seguito al quale potrebbe anche confermare i suoi fratelli.
      Con mia sincera gratitudine per la vostra gentile e generosa attenzione, assicuro il mio supporto filiale e preghiere per voi sperando in una sollecita risposta, e umilmente chiedo la grazia della vostra benedizione.

      Fedelmente in Cristo

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      Additionally to this letter:

      To whom, who has some difficulties regarding the conservative understanding of Pope John XXIII, please, consider the Opening Address of the Council by Pope John XXIII as well as the following contributions of Peter Kwasnewski published at the New Liturgical Movenent:

      1. The Opening Address by Pope John XXIII on the on the Vatican website only in Latin, Italian, Spanish, Portuguese. The English translation can be found outside the Vatican website here.
      2. Remembering the Real John XXIII
      3. A New Series: Pope John XXIII in His Own Words
      4. John XXIII in His Own Words (2): The Mass and the Priesthood
      5. John XXIII in His Own Words (3): Devotion to Saint Pius X and Blessed Pius IX
      6. John XXIII in His Own Words (4): The Defense of Catholic Truth
      7. St John XXIII Asks the Faithful Not to Applaud in Church

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      Note 1

      Ciò riguarda una serie di atti irregolari del 13 ottobre 1962, il primo giorno di lavoro del Concilio, che furono deliberatamente avviati da padre Yves Congar O.P. e discussi dai Vescovi Francesi la sera precedente, 12 ottobre. Questi atti irregolari sono qui di seguito elencati

      1. il cardinale Liénart, membro del Presidio, lesse un documento preparato da mons. Garonne. Questo fu doppiamente irregolare, in primo luogo per l’intervento stesso, e in secondo luogo per aver rivolto ai Padri conciliari invece che al Santo Padre la richiesta di cambiare la regola del Concilio per quel giorno specifico;
      2. Un intervento del cardinale Frings, anch'egli membro del Presidio, che conferma l'intervento del cardinale Liénart. Fece ciò anche a nome del cardinale König, che non apparteneva al Presidio. Evidentemente, questo significò che questi cardinali tedeschi erano stati informati dai francesi, prima di questa prima sessione;
      3. L'applauso avviato da alcuni Padri del Concilio, che crebbe fino ad includere la maggioranza. Ciò avvenne nonostante il fatto che fosse ufficialmente vietato applaudire;
      4. Il cambio del governo del Concilio da parte del Presidio;
      5. La menzogna del Cardinale Liénart per convincere il Papa che il suo intervento, deliberato, premeditato e preparato la sera prima, fosse un atto spontaneo, di ispirazione carismatica.

      Tutte queste irregolarità consecutive hanno rotto il quadro giuridico del Concilio, ponendo Papa Giovanni XXIII in una situazione di ‘fatto compiuto’ e dimostrando mancanza di ‘collaborazione umile e cortese con l'intenzione dello Spirito Santo’. Sicuramente, è ovvio che queste azioni hanno avuto conseguenze dirette riguardo all'ispirazione dello Spirito Santo per ogni singolo Padre Conciliare coinvolto.

      (Ritorno da Lettera)

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      Note 2

      Fra gli altri, questi falsi ritratti diventano chiari riferendosi alla citazione dal discorso di apertura di Papa Giovanni XXIII sui ‘profeti di sventura’. Addirittura durante il Concilio, usando lo pseudonimo ‘Xavier Rynne’, un prete Redentorista professore di teologia aveva fatto anonimamente delle false interpretazioni nel suo libro ‘Lettere dalla Città del Vaticano’, che fu pubblicato a livello internazionale in diverse lingue. Egli scrisse che, per quanto riguarda questa citazione, Papa Giovanni XXIII si riferiva in particolare ai Cardinali Curiali conservatori e che sarebbe stato d'accordo con gli obiettivi dei Padri Conciliari liberali dissidenti. Con ciò, fece una dichiarazione che è ancora molto apprezzata dall'ala liberale poichè è stata recentemente richiamata allo stesso modo da Papa Francesco nel suo discorso di apertura al Sinodo della gioventù. Per una buona comprensione di chi Papa Giovanni XXIII aveva indicato come ‘profeti di sventura’, per prima cosa si consideri il contesto completo di questa citazione. Ha dichiarato:

        'Nell'esercizio quotidiano del nostro ufficio pastorale, a volte dobbiamo ascoltare, con nostro grande dispiacere, le voci di persone che, pur ardenti di zelo, non sono dotate di un eccessivo senso di discrezione o misura. In questi tempi moderni non possono vedere altro che prevaricazione e rovina. Dicono che la nostra era, in confronto alle epoche passate, sta peggiorando e si comportano come se non avessero imparato nulla dalla storia, che è, nondimeno, insegnante di vita. Si comportano come se al tempo dei precedenti Concili tutto fosse un pieno trionfo dell'idea e della vita cristiana e della giusta libertà religiosa. Sentiamo di non essere d'accordo con quei profeti di sventura, che prevedono sempre disastri, come se la fine del mondo fosse imminente'

      A quale dei seguenti gruppi, tra i Padri conciliari, si riferiva Papa Giovanni XXIII con ‘profeti di sventura’?

      1. Era l'ala conservatrice, che accettò di discutere i documenti preparatori, che furono chiamati da Papa Giovanni XXIII nel suo discorso di apertura come il ‘dono iniziale della grazia celeste’? Al momento del Discorso di Apertura, non avevano nulla da temere da questo Concilio, e in che modo avrebbero avuto motivo di prevedere scenari di ‘rovina’ per la Chiesa e il mondo, cercando di impedire il Concilio? Inoltre, avevano incoraggiato papa Giovanni XXIII ad indire questo Concilio.
      2. O era l'ala liberale, che non era d'accordo con questo "dono iniziale della grazia celeste" e lavorava alla sua sostituzione? Avevano, al momento del Discorso di Apertura, il timore di una piena condanna dei loro pensieri liberali da parte del Concilio, poiché questo era chiaramente presente nei ocumenti preparatori e persino menzionato nel discorso di apertura stesso. Qui Papa Giovanni XXIII condannò le ‘opinioni incerte degli uomini’ e gli ‘errori appena nati’, oltre a riconoscere che c'erano certamente ‘insegnamenti fallaci, opinioni e concetti da cui difendersi’.

      Non è pertanto ovvio che debba trattarsi dell'ala liberale? Data la loro conoscenza dei progressi del lavoro preparatorio, erano loro a dover temere di più il risultato del Concilio e quindi avevano tutti i motivi per proporre scenari di ‘sventura’ per la Chiesa e il mondo per impedire che il Concilio procedesse come originariamente previsto. All'inizio del Concilio, fu l'ala liberale a far trovare Papa Giovanni XXIII di fronte ‘al fatto compiuto’ rompendo deliberatamente la regola del Concilio il primo giorno dei lavori del Concilio, creando una situazione di condizionamento per respingere e sostituire i documenti preparatori. Non fu forse l'ala liberale che dopo il Concilio si sforzò di sostituire la regola ermeneutica stabilita dagli obiettivi di Papa Giovanni XXIII per il Concilio? Anche se Papa Paolo VI ha ribadito la regola ermeneutica originaria nel suo discorso di chiusura al Concilio: ‘non allontanarsi mai dal sacro patrimonio di verità ricevuto dai Padri’, hanno sostituito questa regola con il termine vago e ambiguo ‘spirito del concilio’. In questo modo furono in grado di eliminare tutte le influenze conservatrici indesiderate, inclusi gli interventi di Papa Paolo VI e l'originale regola ermeneutica di Papa Giovanni XXIII.

      (Ritorno da Lettera)

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      Note 3

      Per spiegare ulteriormente e illustrare chiaramente queste false interpretazioni, vi prego di considerare le seguenti citazioni tratte dal discorso di apertura di Papa Giovanni XXIII, l'11 ottobre 1962. Questi erano gli scopi e gli obiettivi dichiarati del Concilio Vaticano II, vero?

      • Il sacro deposito della dottrina cristiana dovrebbe essere custodito e insegnato in modo più efficace;
      • La Chiesa non dovrebbe mai discostarsi dal sacro patrimonio di verità ricevuto dai Padri;
      • Gli uomini, senza l'assistenza di tutta la dottrina rivelata, non possono raggiungere una completa e ferma unità di menti da cui deriva la vera pace e la salvezza eterna;
      • La verità del Signore rimarrà per sempre;
      • E’ fuor di dubbio che non ci sia mancanza di insegnamenti fallaci, opinioni e concetti pericolosi da cui proteggersi e da dissipare. Ma questi sono così ovviamente in contrasto con la giusta norma di onestà, e hanno prodotto tali frutti letali che ormai sembrerebbe che gli uomini da loro stessi siano inclini a condannarli, in particolare quei modi di vita che disprezzano Dio e la Sua legge o pongono eccessiva fiducia nel progresso tecnico e nel benessere basato esclusivamente sui comfort della vita;
      • Il nostro dovere non è solo quello di custodire questo prezioso tesoro, come se ci preoccupassimo solo dell'antichità, ma di dedicarci con serietà e senza paura a quell'opera che la nostra epoca ci richiede, perseguendo così il cammino che la Chiesa ha seguito per venti secoli;
      • Il punto saliente di questo Concilio non è quindi la discussione di un articolo o di un altro della dottrina fondamentale della Chiesa che è stata ripetutamente insegnata dai Padri e dai teologi antichi e moderni, e che si presume sia ben nota e familiare a tutti;
      • La sostanza dell'antica dottrina del deposito di fede è una cosa, e il modo in cui viene presentata è un’altra. Ed è quest'ultima che deve essere tenuta in grande considerazione con pazienza se necessario, perché tutto venga misurato nelle forme e nelle proporzioni di un Magistero che ha un carattere prevalentemente pastorale;
      • Trasmettere la dottrina, pura e integrale, senza alcuna attenuazione o distorsione, che attraverso venti secoli, nonostante difficoltà e contrasti, è diventata il patrimonio comune degli uomini. È un patrimonio non ben accetto da tutti, ma sempre un ricco tesoro a disposizione degli uomini di buona volontà.

      Chiaramente, queste citazioni di Papa Giovanni XXIII sono pienamente conformi alla sua Enciclica Ad Petri Cathedram, del 1959, in cui condannava in termini duri chiunque negasse la Verità rivelata o interferisse con la diffusione di menzogne o indifferenze. È ovvio da queste citazioni che papa Giovanni XXIII non ha mostrato assolutamente alcun desiderio di cambiare una virgola di Dottrina. Da questo Discorso di Apertura si può solo concludere che ha cercato l'insegnamento tradizionale dei Padri, i suoi 'predecessori recenti e meno recenti', così che la regola primaria del Concilio dovrebbe essere intesa come: un rinnovamento in unità e in conformità con la Dottrina insegnata dai Padri: 'non allontanarti mai dal sacro patrimonio di verità ricevuto dai Padri'. E evidentemente un 'rinnovamento' significava chiaramente come 'trasmettere la dottrina, pura e integra, senza alcuna attenuazione o distorsione'. In tal modo sembra che, in quanto 'conditio sine qua non', l'uso del termine 'medicina della misericordia' non possa mai essere disgiunto dalla necessità di spiegare 'la validità della sua dottrina più pienamente', come affermò: 'pura e integra, senza attenuazione o distorsione'. Non ha abrogato le condanne pronunciate dai suoi predecessori, piuttosto ha parlato di 'opinioni incerte degli uomini', 'errori appena nati' e 'insidiosi insegnamenti, opinioni e concetti da cui difendersi' in un modo in tal modo confermando la condanna di Pio XII nella sua Enciclica Humani Generis, dei principi fondamentali della Nuova Teologia.

      Non è ovvio che i documenti del Concilio con le loro deliberate ambiguità, i loro testi contraddittori e l'uso unilaterale della dottrina non possono essere interpretati bene, senza la corretta applicazione dell'ermeneutica che considera il pieno uso della dottrina della Chiesa: 'non allontanarsi mai da il sacro patrimonio di verità ricevuto dai Padri'? Questa dovrebbe essere la regola ermeneutica per l'interpretazione e il modo di rapportarsi al Concilio Vaticano II.

      (Ritorno da Lettera)

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      Note 4

      Per fornire più informazioni concrete su questa affermazione, potete trovare, allegato, il documento aggiuntivo: Vatican_II-Council_in_threefold (o qui: http://www.ecclesiadei.nl/docs/vatican_ii-council_in_threefold.pdf). Questo documento è il riepilogo esteso di altre due relazioni. Il Rapporto 1 è un'analisi osservazionale della valutazione delle appartenenze religiose maschili dal 1950 (http://www.ecclesiadei.nl/docs/fruits-of-vatican_ii-part_1.html), mentre il Rapporto 2 riguarda un'analisi sostanziale riguardante il processo generale alla base delle osservazioni nel rapporto 1 (http://www.ecclesiadei.nl/docs/fruits-of-vatican_ii-part_2.html).

      (Ritorno da Lettera)

    after presenting the results of the problem analysis and its root cause, I now present the principles for solving the problem

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    Lettera aperta ai Vescovi diocesani

    Vaticano II e la legge ermeneutica di Papa Giovanni XXIII


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    Open letter to the diocesan Bishops

    Vatican II and the hermeneutic law of Pope John XXIII


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